Martedì, 15 Settembre 2015 17:16

 

Alessandro Caporaso Scritto da 

 

L’Orchestra filarmonica e la scuola di danza Carmen Castiello vanno in scena con la Carmen di Bizet per la prima nazionale

“…Più dell’oro possanza sovra gli animi umani ha la Bellezza…” così Giuseppe Parini scriveva in un verso del l’innesto del vaiuolo, nelle sue Odi, e se in un primo momento è convinto della possibilità che la poesia possa intervenire sui problemi della società, nel corso degli anni settanta del settecento, gli ideali dell’illuminismo e la necessità di educare la classe dirigente si uniscono alla constatazione amara che la propria integrità morale non viene quasi mai riconosciuta. Mutatis mutandis, ieri sera, alla Carmen, in un teatro romano gremito come non accadeva da anni, ormai, la musica prima e il ballo, poi, sono stati riconosciuti all’unisono in un fragore di applausi e in uno scrosciare di complimenti.

Bellezza è la parola, che ha accompagnato gli spettatori durante tutta l’esibizione e Bellezza è il sostantivo di chi ha voluto sporcarsi le mani, di chi ha voluto credere a costo di sacrifici, di chi ha sfidato la crisi, le paure e i pregiudizi e non ha seguito strade facili e comode per un sogno, l’Orchestra Filarmonica di Benevento.

Ebbene Melania Petriello, madrina dell’Orchestra, nel suo discorso di apertura ha saputo raccogliere tutte le emozioni di un grande progetto e li ha urlati al pubblico con la sola forza della sua voce, parlando di “luce su una generazione di musicisti che hanno voluto diventare artisti per lottare contro la mancanza di occasioni”.

Poi la stessa Petriello ha lasciato spazio alla musica, all’Orchestra, che ha eseguito la seconda suite dell’Arlésienne di Bizet, magistralmente diretta da Valerio Galli.

E poi le luci della ribalta hanno illuminato la storia di amore e morte per eccellenza, Carmen.

Ed è qui che i brividi hanno iniziato a salire lungo il corpo. Il silenzio si è fatto uomo, ed era tutto un comunicare. Il direttore ai musicisti con la propria sicurezza e l’amore delle note disegnate nell’ombra, l’Orchestra ai ballerini giudandoli con i fiati, con gli archi, con la ritmica i loro passi, dolci, sicuri, vigorosi e i ballerini e l’orchestra assieme al pubblico, la propria passione. Si potrebbe parlare di una ricetta da ripetere, da proporre e riproporre, ma risulta difficile quando in un’arena va in scena la magia.

A Siviglia, nella Plaza de Toros, è il giorno della Corrida e la folla attende Escamillo che entra trionfante nell’arena. Carmen è ormai di Escamillo e non si cura degli avvertimenti di Mercedes e Frasquita: Don José è nei paraggi. Ignorando i consigli delle amiche, Carmen lo incontra e José supplica Carmen di tornare con lui. Agli sprezzanti rifiuti di lei, José la minaccia ma lei gli getta addosso l’anello che le aveva donato mesi prima (C’est toi? C’est moi!). La folla applaude Escamillo vittorioso mentre José, accecato dall’ira, uccide Carmen con una pugnalata e si consegna ai gendarmi.

 

fonte: http://www.bmagazine.it/cultura/item/7554-carmen-amore,-folla-e-delitto-per-una-serata-di-rara-belezza